Lettera di congedo dalla UIL-FPL


  • FEDERAZIONE MEDICI S.I.M.M.A.T., Segreteria Regionale della Sicilia —

Le ragioni che portano alla scrittura della presente non possono prescindere da ciò che è stato il rapporto umano intercorso tra i membri del SIMMAT e UIL-FPL. Per tale motivo mi sento di ringraziare personalmente tutti i membri dello staff e della direzione della UIL. Persone squisite da cui si è avuto modo di imparare molto. Sono stati anni di lotte sindacali che hanno comportato una crescita reciproca di cui se ne deve dare atto.

Detto questo, tuttavia, non si possono celare quelle che sono state le problematiche emerse durante questo rapporto, che sono tre e che vengono qui di seguito esplicitate. In primo luogo, ha impressionato negativamente lo scollamento, lo scollegamento, la disorganizzazione e la disomogeneità di vedute sindacali tra gli organi direttivi ed i terminali periferici. Questo problema si è reso più evidente nelle situazioni in cui i terminali associativi hanno cercato di imporsi in modo asincrono rispetto alle decisioni dettate dal centro, tra l’altro più che legittime. Ciò ha generato la percezione di una disorganizzazione, in quanto non è possibile che in un ente strutturato vi siano dei livelli di prossimità che tradiscano la linea generale. In secondo luogo, è stato triste riscontrare che all’interno del sindacato si consumino giochi di potere che ingolfano e bloccano la reale difesa degli interessi dei lavoratori. Lotte per la conquista di posizioni, nomine e deleghe, mentre un sindacato si dovrebbe occupare della tutela dei lavoratori. Non c’è cosa più triste per un sindacato. Infine, la costante anteposizione dell’interesse particolare a quello generale. Si sacrificano gli interessi dei lavoratori per gratificare esponenti locali, si sviluppano sofisticate strategie per la nomina di un determinato soggetto in un particolare posto per un’oscura escatologia sindacale. Si è pensato che l’unione di tutte le forze in gioco avrebbe giovato a tutti producendo una catarsi che avrebbe mondato ognuno dei membri dalle sue colpe. Così non è stato. Infatti, nonostante le pretese di ecumenicità del messaggio mandato dalla direzione centrale della UIL-FPL, ci si è scontrati con la sostanziale proscinesi alle dinamiche locali. Evidentemente queste ultime sono ontologicamente intrinseche alle dinamiche centrali, particolare di cui non ci si era avveduti sino ad ora.

Nell’avviarsi alla conclusione, sia consentito di portare ad esempio un caso emblematico: la nomina dei terminali associativi di prossimità. In tale vicenda la volontà di un esponente locale della UIL-FPL di nominare un soggetto senza una lunga esperienza sindacale ha potato allo scontro. Le conseguenze di tale scontro sono state la dilazione dei tempi, gli atteggiamenti poco eleganti dei colleghi e la percezione di essere di troppo. C’è chi vuole difendere i lavoratori e chi vuole conquistare medagliette.

Per questi motivi non è più possibile proseguire il cammino insieme.

Infine, è con profondo rispetto e rammarico che saluto Claudio Fantini e Michelangelo Librandi.

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